Iscrizioni chiuse

Data congresso:
28.05.2021

Sede congressuale:
Webinar live

ECM:
Il congresso non è accreditato

Segreteria scientifica:
Direttivo PSI.VE
Francesco Amaddeo
Carla Cremonese
Moreno De Rossi
Gerardo Favaretto
Dario Filippo
Bruno Forti
Aldo Gatto
Andrea Gori
Antonio Lasalvia

Posti disponibili:
Limitato ai primi 300 iscritti

Iscrizioni chiuse

Razionale:
La pandemia COVID-19 ha avuto un singificativo impatto sull’esperienza soggettiva di utenti e operatori dei servizi di salute mentale e sull’organizzazione complessiva dell’assistenza psichiatrica, ponendo nel contempo rilevanti questioni di tipo etico. Obiettivo di questo webinar della Sezione Veneta della Società Italiana di Psichiatria (PSIVE) è di proporre una riflessione proprio su quest’ultimo aspetto, probabilmete sinora trascurato. Più che in altre circostanze, le esperienze di restrizione della socialità e le limitazioni alla libertà determinate dal contagio hanno coinvolto in maniera simile diversi soggetti fragili. Basti pensare all’esperienza di isolamento, con la difficoltà di stabilire contatti, di ricevere visite, di uscire ed avere contatti sociali, che ha coinvolto gli ospiti delle case di riposo così come quelli delle strutture residenziali psichiatriche. O alla chiusura e alla riduzione di attività che ha interessato i centri diurni per la salute mentale, per le persone anziane e per i soggetti disabili. Il sistema veneto della salute mentale, già reso fragile dalla riduzione di risorse e dall’impoverimento organizzativo determinatosi negli ultimi anni, ha visto aumentare le proprie difficoltà per un’inevitabile calo di interesse verso la psichiatria che ha coinciso con scelte che rischiano di mettere in crisi quella integrazione tra servizi diversi che è un fondamento della psichiatria comunitaria. Le conseguenze sulla salute mentale della pandemia non hanno prodotto un impatto univoco sulla popolazione, pur in presenza di dati che evidenziano un aumento complessivo del disagio psichico. Sarà necessaria una prospettiva di più ampio raggio, anche alla luce delle conseguenze economiche, per valutare in quale misura reazioni emotive transitorie siano diventati disturbi psicopatologici persistenti e su quali specifiche sottopopolazioni. Ciò anche allo scopo di prioritarizzare le sempre più scarse risorse disponibili ai gruppi maggiormente vulnerabili e che manifestano i più elevati bisogni di cura.